#Particolpiedegiusto

 

Partire sicuri, preparati ed informati per le missioni internazionali non è solo responsabilità dell’organizzazione con cui si collabora, ma anche del singolo operatore o volontario. Per questo motivo abbiamo lanciato sul web la campagna di comunicazione sociale #particolpiedegiusto, per sensibilizzare Ong e cooperanti a dotarsi dei giusti strumenti per fronteggiare le tante situazioni di emergenza in cui posso imbattersi.

Sono sempre di più gli italiani che scelgono di impegnarsi in progetti di cooperazione internazionale. Ogni anno, nel nostro Paese, circa 6mila operatori partono per missioni umanitarie volte sia a costruire processi di sviluppo ma anche a contrastare e contenere conflitti territoriali. A questi si aggiungono le migliaia di volontari che ogni anno affiancano le tante associazioni italiane che operano nel mondo (basti pensare che tra il 2002 e il 2015, oltre 5.800 volontari italiani hanno svolto il loro anno di servizio civile all’Estero).

 

Partire sicuri con la prevenzione

Le cifre dimostrano la crescita esponenziale di questo settore ed è per questo che i soggetti coinvolti in tali progetti non possono permettersi di sottovalutare il tema del partire sicuri. Ma quali rischi può correre un cooperante? Secondo uno studio britannico, per ogni 1000 europei che viaggiano per un mese in un paese tropicale: 600 accusano un malessere, 150 hanno una sensazione soggettiva di malessere, 70 sono stati costretti a letto per uno o più giorni e 4 non riescono a riprendere il lavoro al ritorno.

Prevenire, dunque, resta l’unica via d’uscita e lo si può fare prima, durante e al rientro dalla missione.

Facciamo sapere dove siamo

Il messaggio della campagna #particolpiedegiusto è stato rafforzato anche dall’ambasciatrice Elisabetta Belloni, segretario generale del Ministero degli Esteri. «Moltissimi italiani oggi si spostano e molti di loro sono impegnati in progetti di cooperazione e missioni umanitarie. Per questo oggi è necessario essere consapevoli del tema della sicurezza, conoscere la realtà dove si andrà ad operare. È, però, altresì importante che la Farnesina sia a conoscenza degli operatori, volontari o semplici cittadini che si spostano all’Estero. Per questo già da anni il Ministero ha lanciato il sito dovesiamonelmondo.it (disponibile anche in versione app), proprio per monitorare costantemente la presenza di italiani all’Estero e intervenire in caso di criticità, a tutela degli interessati».

Sia che si parta per una collaborazione a lungo termine, sia per un campo di lavoro o un’esperienza di volontariato, essere preparati è condizione necessaria per svolgere qualsiasi tipo di lavoro all’Estero.

Lavorare nel mondo è un mestiere fuori dall’ordinario. Per viverlo al meglio bisogna, però, partire sicuri!

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